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Il sequestro probatorio è un dispositivo processuale disciplinato dall art. 253-segg. del c. p. p.. Gli istituti a cui spetta tale competenza sono la Polizia giudiziaria e il Pubblico Ministero. Il provvedimento viene motivato dall autorità giudiziaria, d ufficio o su eventuale domanda.
Le circostanze che possono portare ad un sequestro del genere ineriscono, principalmente, al ritrovamento del corpo del reato o di oggetti che si riferiscono allo stesso.
Il sequestro probatorio
Oggetti sequestrati dai Carabinieri dopo un arresto.
Il codice di procedura penale vigente specifica tra i vari dispositivi utili per la verifica della prova del reato, ovvero tra gli strumenti a disposizione del Pubblico Ministero e della Polizia Giudiziaria per siffatto accertamento, il sequestro probatorio.
Quest ultimo è unito direttamente alla cosiddetta perquisizione in quanto solitamente ne è diretta conseguenza.
L Autorità giudiziaria dispone, mediante un provvedimento motivato e giustificato, il sequestro del corpo del reato e tutti gli oggetti che ad esso si riferiscono per accertare la sussistenza dei fatti (art.253 c. p. p.).
Nel caso in cui l Autorità giudiziaria non è in grado di procedere in maniera tempestiva, il sequestro dei medesimi oggetti prima che si disperdano per il ritardo dell intervento da parte del PM (art. 354 c. p. p.), viene effettuato dalla Polizia giudiziaria.
Il codice di procedura penale disciplina il sequestro di: posta, titoli, valori, e somme di conti correnti.
Fondamentale è la motivazione che induce alla disposizione di sequestro, in quanto la medesima è ciò che consente di verificare la sussistenza dei presupposti di legge e, dunque, la sua validità.
In opposizione alla disposizione di sequestro, tanto la persona accusata quanto quella a cui sono stati sottratti gli oggetti, come anche la persona a cui andrebbero riconsegnati i medesimi oggetti, possono procedere all inoltro della domanda di riesame in merito all art. 324 c. p. p.. Domanda che, però, non annulla l applicazione della disposizione.
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Gli oggetti sequestrati vengono custoditi nella cancelleria del Giudice ovvero nella segreteria del PM; se ciò non è possibile il Giudice propone un altra sede adeguata, nominando un guardiano e rammentandogli quali sono i suoi doveri e i suoi vincoli giuridici e le responsabilità penali in cui incorre se viola una simile disposizione.
Il sequestro viene annullato, invece, quando non vi sono le necessità che lo hanno disposto; solitamente dopo l esito delle indagini a livello preventivo.
Tuttavia, questo non esclude che sui medesimi oggetti si sostituiscano i sequestri predisposti dalla misure cautelative effettive.
Il reato di calunnia viene regolamentato dall art. 368 del codice penale, sancisce:
un soggetto, tramite denuncia, querela, o su richiesta di istanza, anche con l anonimato o il proprio nome, indirizzata al Giudice o ad un altra Autorità che ha l obbligo di comunicarla al medesimo, accusa di un reato persona che egli sa di non essere colpevole, ossia l accusa di un reato non compiuto, viene punito con il carcere da 2 a 6 anni . La condanna viene aumentata se si accusa un soggetto di un reato per il quale la legge prevede la punizione con l arresto fino ad un massimo di 10 anni, o un altra condanna ancora più grave. Il carcere è da 4 a 12 anni se dal fatto deriva una condanna al carcere superiore a 5 anni, ed è da 6 a 20 anni, se dal fatto deriva una condanna che prevede l ergastolo.
La legge punisce il comportamento di chi, con denuncia indirizzata al Giudice - o ad un altra Autorità che ha l obbligo di comunicarla al medesimo, accusa di un reato un altra persona consapevole della sua innocenza.
Vengono anche utilizzate le espressioni di calunnia formale e calunnia materiale per distinguere le due diverse fattispecie di reato regolamentate dalla legislazione (presentazione di denuncia ovvero finzione di un reato).
Se si accusa una persona deve per forza essere stato commesso un reato, sia esso omicidio o sanzione.
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Può, altresì, fare riferimento ad un reato mai esistito, ovvero un reato commesso da altri soggetti. Tuttavia, per accusare una persona di un reato bisogna specificare il suo nominativo e dare tutte le informazioni possibili necessarie per effettuare il suo riconoscimento.
L idea comune che ormai ha preso piede in giurisprudenza è che, per configurarsi il reato, è sufficiente che la denuncia o la sua simulazione siano idonee a mettere in atto un procedimento penale.
Questo supposto, è spesso previsto anche nella calunnia in applicazione dei criteri generali di necessario danno dell bene tutelato e di reato impossibile. La persona accusata non deve corrispondere necessariamente con chi agisce, altrimenti ci si verrebbe a trovare nella diversa fattispecie di autocalunnia. Infine, si presume anche che il soggetto calunniato non sia accondiscendente alla inconsistente denuncia; in questo caso ci si troverebbe ancora una volta coinvolti nella differente fattispecie di reato di autocalunnia.